L'ipocrita comprende nove storie i cui protagonisti appaiono tutti impegnati nella rabbiosa ricerca di un ideale, di qualcosa che dia uno scopo al tenace istinto di sopravvivenza che li anima. Giovanni Giudici, nel 1991, quando è uscito per la prima volta il libro, scrisse: "Cerami trova nella dimensione del racconto un'istintiva felicità: ora spietate, ora esilaranti (riuscitissimo L'ipocrita), ora improntate a una sferzante vena moralistica (Il socialista, Il sapone), ora volte a mettere in luce la banale meschinità di situazioni e personaggi (Notte porca, Lo zio), le sue storie si avvalgono di materiali relativamente poveri, più da piccola cronaca che da "romanzesco", anche se in quasi tutte non manca la scatola a sorpresa di un finale talvolta appena suggerito. Però esse offrono al lettore un dono sempre più raro di questi tempi: il piacere di leggerle, un piacere legato in gran parte all'estrema sorvegliatezza dello stile, dove il "dettaglio superfluo" (il dottor Spasiano che parla guardando a destra e a sinistra, "come Mitterand quando compare alla televisione") dà luogo a un effetto di naturalezza attuata per via d'artificio in cui sta l'essenza del saper scrivere".