L'India ha variamente affascinato e alimentato, in tutti i secoli, come può testimoniare in parte la recentissima antologia di Guadalupi,1 la fame di esotismo, il ritorno nel grembo della Grande Madre, culla del mondo, degli occidentali, specialmente novecenteschi (da Hesse a Ginzberg, da Cocteau a Manganelli). Nella raccolta di Guadalupi per il nostro secolo figurano tre italiani: Gozzano, Appelius, Fraccaroli, e ci si ferma così al 1931; ma nel 1955 vi è il diario di Emanuelli, Giornale indiano (Mondadori), qualche anno dopo Mastruzzo, Sadhu e vacche sacre (ed. Sciascia), e fra dicembre 1961 e aprile 1962 ben quattro volumi: India da zero a infinito di Magliocco (Nuove Edizioni d'Italia), Viaggio in India di Todisco (Einaudi), L'odore dell'India di Pasolini (Longanesi) e il moraviano Un'idea dell'India (Bompiani).
dall'introduzione di Tonino Tornitore