In Storie della preistoria, superando gli schemi e la morale talvolta spietata della favolistica classica, l'autore non veste i panni del vecchio saggio o del sentenzioso maestro ma, pianamente, con illimitata fantasia e con sorprendente arguzia, narra le avventure e le disavventure di una grande folla di animali umanizzati. O meglio: di uomini che si nascondono dietro una maschera animalesca. Come sempre accade sul palcoscenico della favola, il debole si mescola ai forti, l'ingenuo agli astuti, il buono ai cattivi. Qui, però, la verità non ha le tinte fosche della tragedia o i toni grotteschi della farsa perché Moravia, attento conoscitore degli uomini, non rinuncia mai alla speranza: sicché il lettore impara divertendosi, senza rabbrividire di paura e di sgomento. Ma le sue storie, libere da schematismi e da certezze usurate dal tempo, si propongono, piane, efficaci, più spesso esilaranti, per una lettura accattivante e per un'interpretazione autonoma e personalissima.