In che cosa il messaggio di Gesù è ancora attuale per i credenti e i non credenti nella nostra società moderna e laica? È questa la domanda alla quale il cardinale Gianfranco Ravasi e il filosofo Luc Ferry cercano di dare una risposta, affrontando uno dopo l'altro i principali snodi del pensiero cristiano. I punti di partenza sono naturalmente molto distanti, ma i percorsi spesso si incrociano o si sviluppano appaiati pur senza sovrapporsi. Laico e agnostico, ma convinto che i Vangeli racchiudano una ricchezza di pensiero e di saggezza che va ben oltre la cerchia dei fedeli, Luc Ferry cerca di approfondire quanto del loro contenuto un non credente come lui può oggi accettare, e identifica tale terreno nel nucleo intorno al quale il messaggio cristico si incentra, ossia l'amore nelle sue varie accezioni, eros, philia e agàpe. In questo spirito propone un abbecedario in cui passa in rassegna il doppio significato, religioso e secolare, teologico e filosofico, delle principali categorie del pensiero cristiano: l'amore, appunto; ma anche il Male e la sua personificazione, il diavolo; la morte e la sua sconfitta, la risurrezione; la natura e la contrapposizione fra la lettera della Legge e il suo spirito. Il nodo irrisolto per il non credente rimane però il rapporto tra fede e ragione. E proprio a partire da questo tema si sviluppa l'analisi del cardinale Gianfranco Ravasi, per il quale il discorso teologico autentico deve saper procedere in equilibrio su un difficilissimo crinale, in bilico fra due abissi: l'approccio riduttivo, unicamente razionale e storico da un lato, e un misticismo irrazionalista che sfiora il fondamentalismo dall'altro. Ciò che egli propone per districarsi fra questi due estremi è un nuovo canale di conoscenza, riassumibile nella formula «credere e comprendere», ossia credere prima, per poter capire poi. Il libro si chiude con un confronto serrato fra il cardinale e il filosofo, che tocca temi di etica nevralgici per la società e il mondo attuali. Le riflessioni che i due interlocutori si scambiano «convergono o divergono a più riprese » e tuttavia, sostiene il cardinale, «abbandonando gli estremi del fondamentalismo puntuto e del molle concordismo, fiorisce il dialogo riflessivo».