“Tutto quello di cui hai vissuto è una menzogna, un inganno che ti ha nascosto la vita e la morte” Pubblicato nel 1886, questo racconto descrive la vita di Ivan Il'ič, un borghese di buona famiglia, discreta intelligenza e qualità mondane, costantemente preoccupato del parere dei superiori che potrebbero agevolarne la scalata sociale. Anche il matrimonio sembra confacersi alla pratica di vita da lui perseguita nella vita professionale: ha sposato la moglie più per convenienza sociale e d’affetti che per reale innamoramento. Tutto procede per il meglio, fin quando il protagonista non subisce un banale incidente domestico. Cadendo da uno sgabello Ivan Il’ič accusa un forte colpo al fianco, un dolore che con il passare del tempo si farà costante, costringendolo a peregrinare da un medico all’altro per cercare di venirne a capo. Nella situazione di disagio indotto dalla malattia cambiano così le sue priorità. Nell’avere pietà di se stesso, comincia a essere sempre più insofferente verso il rumoroso disinteresse della gente sana. Nessuno lo comprende né gli presta ascolto, tranne un giovane servo che si prende cura di lui con straordinaria serenità. La malattia induce Ivan Il’ič a rivedere la scala di valori che aveva ispirato la sua vita, guidandolo alla comprensione della verità: tutto quanto è stato falso, nella vita familiare come nel lavoro. Ma ormai la menzogna si ritira e arriva la luce...