Quando, nel luglio 1978, Pertini diventa presidente della Repubblica, il Paese vive ancora all'ombra del caso Moro. All'insicurezza dei cittadini corrisponde un momento difficile per la politica: la Dc tocca il minimo storico, il Pci cambia rotta trasformandosi in Pds, i Radicali conquistano consensi con il referendum sull'aborto. Dalla rottura dei vecchi equilibri partitici trae vantaggio Bettino Craxi, il cui appoggio in parlamento diventa indispensabile. È lui il volto nuovo del potere, protagonista indiscusso di questa stagione e simbolo dei giochi di Palazzo che accrescono la rabbia degli italiani. Intanto il sangue non smette di scorrere e al terrorismo si aggiunge, dopo il maxiprocesso, la violenza mafiosa: Ustica, la stazione di Bologna, l'omicidio del generale Dalla Chiesa, Capaci e via D'Amelio. Anche il panorama mondiale è convulso; si susseguono avvenimenti epocali come l'invasione sovietica dell'Afghanistan, l'attentato a Giovanni Paolo II, la morte di Tito, i conflitti in ex Jugoslavia, la Guerra del Golfo, la caduta del Muro di Berlino e la trasformazione dell'Urss di Breznev e Gorbaciov nel Csi di Eltsin. L'Italia, in questo passaggio storico, sembra sprofondare tra il fango degli scandali: prima la P2, poi la stagione di Tangentopoli. Ma i semi del cambiamento iniziano a farsi largo, e dalle macerie si affaccia un nuovo ordine. In un saggio magistrale, Montanelli e Cervi ci raccontano il crollo di un mondo che va ben oltre la caduta della Prima Repubblica.