Nella Milano occupata dai nazisti, Giovanni Bertone estorce denaro ai familiari dei partigiani caduti in mano alla Gestapo in cambio di false informazioni sulla loro sorte. Viene scoperto e costretto da un ufficiale tedesco a fingersi un generale della Resistenza, l'aristocratico e coraggioso Fortebraccio Della Rovere, e a spiare nella prigione di San Vittore i capi antifascisti. Ma quando un vero leader della Resistenza viene catturato a Milano, Bertone decide di non collaborare e viene condannato alla fucilazione con altri detenuti. Ispirato interamente a un fatto di cronaca storica, Il generale Della Rovere è in realtà un apologo della condizione di ogni essere umano, meschino di fronte all'enormità della vita - e soprattutto della vita in tempo di guerra - ma che, in un istante di grandezza, riesce a recuperare la propria umanità. Perché, come suggerisce Indro Montanelli nell'intervista che chiude il volume, non dobbiamo essere il generale Della Rovere: ci basta essere Bertone.