Il periodo raccontato in questo volume, dal 1789 al 1831, è breve ma denso di avvenimenti. Poco più di quarant'anni che segnano in maniera indelebile il destino dell'Europa: la Francia assurge al ruolo di protagonista dei nuovi equilibri, e anche la storia del nostro Paese si fa più a Parigi che non a Torino, Roma o Napoli. E, al centro di questo momento, quello che Montanelli definisce "il balletto che Napoleone impose al nostro Paese, facendone e disfacendone gli Stati, fondendoli, dividendoli, trasformandoli da Principati in Repubbliche e da Repubbliche in Regni". Proprio da qui parte il cammino che condurrà finalmente l'Italia - ultima tra le nazioni europee - a essere Stato unitario nel 1861. I disordini francesi, l'impresa di Bonaparte, la Repubblica Cisalpina e il confronto con l'Austria, la tragica Rivoluzione napoletana del 1799, il rappel à l'ordre del Congresso di Vienna, i timidi moti del 1821, l'inizio della grande trama mazziniana verso una Repubblica democratica, le lotte dei carbonari: vicende intricate delle quali l'autore riannoda per noi le fila. E ancora la ricostruzione e l'analisi dei fermenti sociali, economici, culturali, con personaggi del calibro di Foscolo, Leopardi, Manzoni, Rossini. Montanelli ci presenta con equanimità ammirevole un passaggio cruciale della storia italiana, da "uomo che conserva integra la religione del Risorgimento, senza che questo impedisca di vederne e farne vedere i limiti. E ce ne furono, purtroppo".