L’audacia di quella donna (1999) è il frutto maturo e coraggioso della scrittrice, che elabora una trama ricca di intertestualità con tre storie principali che si snodano in un caleidoscopio, chiamando in causa uno dei personaggi femminili più complessi della letteratura brasiliana, Capitù (Dom Casmurro, 1899). Attraverso le voci di tanti grandi scrittori, da Machado de Assis a Virginia Woolf, passando per le figure femminili convocate per arricchire la sua opera e la nostra lettura, l’autrice regalerà al pubblico italiano il piacere di vivere nell’ambiente urbano di Rio de Janeiro, con i suoi ragazzi di strada e le sue contraddizioni, compensate però da una natura eccezionale. Ecco la maestria di uno sguardo che interpreta le tante culture brasiliane che irrompono continuamente nell’intreccio di epoche diverse, nei personaggi umili, nel punto di vista perfino internazionale sulle tradizioni culinarie che si confrontano e sul modo di stare al mondo. Ma, fondamentalmente, L’audacia di quella donna è un omaggio alle donne non solo brasiliane, affermando il loro diritto di scegliere in autonomia la propria libertà.