In una Rio de Janeiro contemporanea si intrecciano le vicende di due uomini: Manuel Serafim Soares de Vilhena, anziano ambasciatore in pensione, e Custódio, impiegato ministeriale. Manuel, affetto da cataratta e in attesa di un'operazione che possa restituirgli la vista completa, vive insieme alla moglie Ana Amélia; le sue giornate scorrono lente e monotone, fino a quando non arriva a sconvolgerle una cartellina verde piena di scartoffie e di documenti di Cecília, la figlia morta qualche anno prima in circostanze misteriose. Lo strano episodio costringe l'uomo a un doloroso riesame del decesso (e se la verità sul tragico evento fosse un'altra? Se le cause fossero diverse da quelle accertate?). A questa storia si affianca — come un controcanto, nell'alternarsi dei capitoli — quella di Custódio, impiegato ministeriale che vede, progressivamente, sgretolarsi il proprio quotidiano. In seguito alla nomina del nuovo direttore, si verificano anomalie sempre più evidenti nella gestione delle forniture del suo ufficio e l'uomo, estenuato dal comportamento dei colleghi, indifferenti o addirittura ostili, decide di denunciarle a un giornalista. La vicenda, su cui viene aperta un'inchiesta, approda in televisione e per l'impiegato è l'inizio di un lungo calvario: le voci in merito a un suo possibile ruolo attivo nella truffa finiscono per rovinargli la vita, nel lavoro come negli affetti. Sebbene innocente, l'impotenza di Custódio nei confronti della calunnia e della campagna diffamatoria di cui è caduto vittima è totale.
Imprigionate in una rete di menzogne e false accuse, quelle dei protagonisti divengono due esistenze abortite, strozzate — nella loro corsa parallela — in uno stesso imbuto, quello doloroso dell'occultamento e della distorsione della verità, dell'umiliazione e dell'isolamento che ne conseguono.
Attraverso la storia dei due protagonisti, Ana Maria Machado indaga la sottile linea che separa la verità dalla menzogna — "volevo raccontare una cosa sola, l'infamia, l'essere calunniato, la diffamazione" —, mettendo impietosamente a nudo gli artifici con cui la società contemporanea e il mondo dell'informazione, sempre più spesso, travisano, censurano e mistificano il reale, manipolando le coscienze. Con il risultato che i fatti veri rimangono sepolti dalle tante versioni e interpretazioni, mentre si moltiplicano le menzogne e l'ignoranza.