I maggiori fabbri del volgare europeo, del ‘parlar nostro’ – quello pittorico (Giotto) e quello letterario (Dante) –, si incontrano nella figura di san Francesco, quasi che il nuovo linguaggio nascesse precisamente dalla necessità di confrontarsi con essa e di rappresentarla. Ma l'incontro si rivela un conflitto: le loro interpretazioni della rivoluzione francescana divergono radicalmente e, per aspetti essenziali, giungono fino a tradire la straordinarietà dell’annuncio del ‘crocefisso di Assisi'. Eppure, è proprio nel gioco di queste contraddizioni e di questi tradimenti che si va affermando quello spirito che segnerà la nascita della nuova Europa.