La gelida morsa dell'inverno del 1381 attanaglia Londra e la grande taverna di Southwark che sorge sulla sponda del fiume. In una torre fortificata di pertinenza del maestoso edificio, noto per i grotteschi frontoni con figure scolpite di satiri e scimmie ghignanti, ha preso alloggio lo spietato esattore Marsen. Accompagnato da uno scriba e da un capitano degli arcieri al comando di cinque uomini, è responsabile della riscossione del testatico lungo l'argine sud del Tamigi per conto del reggente Giovanni di Gand. Odiato dalle comunità della zona per le continue razzie, non è che un crudele pirata di terra. Dopo notti di gozzoviglia, quando nessun segno di vita proviene dalla torre, sprangata dall'interno, una scena infernale si offre agli occhi dell'oste e dei suoi servitori. Fra tavoli e sgabelli rovesciati l'esattore giace trafitto da un profondo colpo di lama, accanto a lui lo scriba sventrato. Delle due prostitute che ne hanno esaudito i desideri peccaminosi, una è stata uccisa con una stoccata al cuore e l'altra mostra un orrido squarcio nella gola. Il capitano degli arcieri, tutti assassinati, risulta scomparso; il bottino in oro e argento delle imposte rubato. Convocato sul posto, fratello Athelstan, parroco della chiesa di St Erconwald, dovrà capire come sia stato possibile perpetrare la macabra carneficina. E Dio solo sa per quali oscuri sentieri lo condurrà la sua ricerca.