Misone, annoverato da Platone fra i sette saggi, insegnava: «Indaga le parole a partire dalle cose, non le cose a partire dalle parole». Cento anni fa entrò nel linguaggio politico italiano l’aggettivo 'totalitario', seguito due anni dopo dal sostantivo 'totalitarismo'. La cosa che aveva dato origine alle due parole era il fascismo, subito dopo la sua ascesa al potere. Non furono i fascisti a coniare i due neologismi. Furono gli antifascisti. Quando il fascismo impose il partito unico, furono gli esuli antifascisti italiani a diffondere in Europa la parola 'totalitarismo' per definire quel nuovo regime. La stessa parola fu usata per definire il regime bolscevico. E poi anche il regime nazista. Emilio Gentile indaga la storia della parola 'totalitarismo' partendo dalla cosa 'fascismo'. Dalla sua indagine, risulta che l’ignoranza della connessione fra la parola e la cosa ha generato il 'cancellazionismo', cioè una forma minore di negazionismo, compendiato in due sentenze: «Il fascismo non fu totalitario»; «il totalitarismo non è mai esistito». Contro il cancellazionismo, il rimedio, ispirato da Misone, è indagare la parola a partire dalla cosa, cioè dalla storia.