Federico Barbarossa aveva compiuto quattro incursioni in Italia, radendo al suolo molte città del nord (compresa Milano), per ridurre all'obbedienza i Comuni e sancire l'egemonia dell'impero sul territorio italiano e su ogni cosa che lì vivesse o fosse contenuta. La questione si inseriva anche nel quadro di un'aspra lotta contro il pontefice per la supremazia tra papato e impero. Dopo la distruzione di Milano, parte dei Comuni del nord si coalizzarono nella Lega Lombarda per combattere l'imperatore, il quale riunì un esercito fra le sue truppe in Italia e altre giunte dalla Germania. Alcuni errori di sottovalutazione delle forze e dei movimenti del nemico fecero sì che Barbarossa venisse colto di sorpresa a Legnano: la battaglia che ne seguì fu vinta in modo decisivo dai Comuni, e l'imperatore si salvò per un soffio. Sette anni dopo, con la pace di Costanza, Barbarossa concesse moltissimo ai Comuni, accogliendo la maggior parte delle loro richieste, attribuendo loro grandi spazi di autonomia e rendendoli città-Stato indipendenti, al di là di una sottomissione all'impero che ormai era poco più che formale; si affermò quindi definitivamente la civiltà comunale nell'Italia del nord.