A Gand, nelle Fiandre, un uomo vede una vecchia casa dall’aria abbandonata. Il profumo dolce e amaro del glicine che si arrampica sulla facciata lo riporta alla giovinezza. È un colpo di fulmine. La casa è in vendita e, quasi per capriccio, decide di comprarla. Ci rimarrà per vent’anni. Con il tempo, cresce in lui il desiderio di sapere chi lo ha preceduto tra quei muri e, quando sta ormai per trasferirsi, scopre che proprio lì, durante la Seconda guerra mondiale, ha vissuto uno dei membri più solerti del braccio fiammingo delle SS: Willem Verhulst. Quelle stanze che tanto hanno da raccontare assumono all’improvviso una turbinosa dimensione storica. Chi era realmente questo devoto collaborazionista del Terzo Reich? E cosa ha fatto di lui un nazionalista fanatico, cieco cultore della causa nazista? A poco a poco, il narratore mette insieme conversazioni con parenti e testimoni e, intrecciando il rigore dei documenti alla fantasia dello scrittore, ne ricostruisce la vita in un libro che, oltre che di guerra, parla soprattutto di fede e di amore. In particolare, dell’amore tenace e quasi inspiegabile di una donna – Mientje – che resterà accanto a Willem, fedele, pur deplorandone sempre le azioni. L’amore della moglie di un uomo che stava dalla parte sbagliata. Nella sua salita verso la luce della conoscenza, in una sorta di ascesa dall’oscurità delle cantine al grande spazio della soffitta, il narratore apprenderà i segreti in grado di spiegare ciò che accadde in quella casa, i pensieri nascosti, ascolterà di amori e traversie, leggerà lettere e confessioni appassionate. La sua visita al luogo della memoria, anche se quella degli altri, è un modo per dare un po’ di pace alla storia.