Secondo romanzo di Willy Vlautin, "Verso nord", al tempo della sua prima uscita, nel 2008, confermò ciò che in molti avevano già intuito: stava nascendo un autore in grado di dare voce agli emarginati, a quegli individui la cui esistenza è un campo di battaglia senza premi, se non la semplice sopravvivenza. Definito fin da questi esordi il nuovo John Steinbeck – per i temi affrontati ma anche per la prosa secca e cristallina e per lo sguardo compassionevole ma mai troppo sentimentale verso i propri personaggi – Vlautin ha consolidato questa sua vocazione anche con i successivi romanzi. Dopo avere raccontato, in "Motel Life", la storia di due fratelli in fuga per le strade del Nevada, in "Verso nord" Vlautin si concentra su una figura femminile che con loro ha molto in comune. Anche lei abita un mondo di desolazione e sconfitta, anche lei è aggrappata alla speranza di una nuova vita. Da Las Vegas, dove vive, Allison Johnson fugge da un insoddisfacente lavoro come cameriera e e da un fidanzato violento e si mette in viaggio verso nord, diretta a Reno, Nevada. Appena ventenne, ha un bambino nella pancia, una dipendenza dagli alcolici e una pessima considerazione di sé. Tormentata dagli errori del passato, Allison tenta di ricostruirsi una nuova esistenza in una nuova città, avendo come unico conforto le conversazioni immaginarie che intrattiene con il suo eroe, Paul Newman. Fino a quando, tra i casinò, i diner e le strade di periferia, non troverà qualcuno che combatte la sua stessa battaglia.