Negli ultimi trent’anni della sua vita Carl Gustav Jung ha concentrato la sua attenzione sull’osservazione psicologica dei fenomeni religiosi. È religiosa, afferma Jung, ogni esperienza di pienezza e di totalità che «afferri» l’individuo per farlo procedere lungo il tragitto dell’individuazione. In questo cammino spirituale le religioni orientali si rivelano maestre nel guidare verso un «processo d’iniziazione». Nell’evidenziare le singolari affinità tra le simbologie religiose dell’Oriente e le produzioni psicologiche (sogni, visioni, creazioni artistiche) dell’uomo occidentale, Jung non si allontana mai da un profondo senso di concretezza storica, mettendo in guardia il lettore da «ogni imitazione semplificatrice e scimmiottatura orientalizzante, quale che ne sia la motivazione».