Confessione è il libro che segna il punto di svolta nella carriera del grande scrittore russo.
Un diario, ma al tempo stesso un saggio, con cui chiude i conti con la personale crisi intellettuale ed esistenziale, che lo porterà a mutare radicalmente la propria vita.
Dopo aver scritto Guerra e Pace e Anna Karenina, a 51 anni, Tolstoj cominciò a credere che la sua vita non avesse alcun senso e, in questo resoconto delle sue ossessive interrogazioni, giunse a riconoscere, con sincerità commovente, la limitata soddisfazione che gli derivava dalla sua estetica esistenziale e dai suoi stessi trionfi letterari.
Confessione non solo registrò questo stimolante percorso di autoconsapevolezza, ma rese immortale l'invettiva dell’uomo di ogni tempo nei confronti della falsa coscienza della vita, ponendosi come uno dei capolavori assoluti della letteratura mondiale.