«Libro salvato» dopo un lungo lavoro filologico, questo volume conclude l’autobiografia di Canetti con gli anni dell’emigrazione in Inghilterra. Un paese che suscita in lui reazioni contrastanti: ammirazione per i suoi istituti democratici e per il coraggio mostrato contro Hitler, ma anche insofferenza per la britannica arte di escludere, per l’altezzosa condiscendenza esibita verso gli apolidi della cultura. «Ma Lei ha conosciuto Kafka?» gli chiede l’insolitamente benevolo ospite di un party. Accade così che Canetti, negli anni roventi in cui si elaborava "Massa e potere", vivesse in una paradossale situazione di solitudine intellettuale, pur abitando in una città di alta tradizione come Londra. In compenso il mondo inglese gli permette di esercitare il proprio talento di ritrattista, in particolare con una ricca galleria di eccentrici: come il guardiano del faro che, fattosi maggiordomo in casa di un acido lord, sottrae alla moglie di questi le migliori toilette per esibirsi davanti allo specchio; o come i Milburn, padroni di casa afflitti da mania religiosa, ai quali durante le incursioni aeree tedesche Veza Canetti allunga il cibo sotto il tavolo della cucina, là dove la coppia terrorizzata va cercando scampo dalle bombe di Göring.