Da tempo ormai i media hanno cessato di essere semplici spettatori dell’attualità e sono diventati attori di un processo sempre più complesso, nel quale la propaganda di un’organizzazione come ISIS si contamina con il linguaggio dei social network e i contenuti di un settimanale satirico come Charlie Hebdo possono scatenare uno "scontro di civiltà" difficilmente comprensibile secondo i criteri occidentali, ma non per questo meno sanguinoso. Il fenomeno chiama in causa da un lato la questione della rappresentabilità e dei simboli religiosi (è il tema della libertà di espressione, non esente da implicazioni giuridiche), mentre su un altro versante mette in questione l’uso strumentale del linguaggio religioso islamico da parte di un apparato audiovisivo di impressionante efficacia. Prendendo in considerazione i diversi ambiti della nuova presenza mediatica dell’Islam – dal cinema d’animazione al rap e alla pubblicità – e dando conto anche del dibattito nei Paesi musulmani, i saggi raccolti in questo e-book contribuiscono a illustrare la trasformazione nel rapporto tra religioni e media e i suoi effetti sulle società plurali in cui viviamo. INDICE Una tempesta perfetta. Prefazione di Alessandro Zaccuri -- Gilles Kepel, Lo spettacolo del jihad -- Paolo Monti, Conflitti sui confini del visibile. La dialettica degli sguardi fra Occidente e mondo islamico -- Stella Coglievina, Libertà di espressione e libertà religiosa. Alcuni dati normativi -- Ines Peta, Da Charlie Hebdo a Chapel Hill: stragi incrociate nella lettura dei media arabi -- Marco Demichelis, Il "Califfato" islamico. Propaganda e sostanza all’origine dell’Isis -- Eugenio Dacrema, Il jihad globale attraverso l’evoluzione dei media -- Laura Silvia Battaglia, Tarantino Style Jihad 3.0: l’apocalisse mediale del nuovo fondamentalismo - Viviana Premazzi, Seconde generazioni, rap e terrorismo islamista -- Miriam De Rosa, Métissage. Contaminazioni linguistiche nel cinema del meticciato -- Carlo Nardella, Simboli usati e simboli difesi. Qualche osservazione su Islam e pubblicità -- Mustafa Akyol, Ripensare l’Islam, ripensare i media