Il volume presenta al lettore italiano due dei libri più importanti di José Tolentino Mendonça, poeta tra i più influenti nella letteratura contemporanea di lingua portoghese. Ad accomunare Strada bianca (2005) e Teoria della frontiera (2017) è la testimonianza di un autore che riconosce nella poesia “una forma di apostasia” rispetto ad appartenenze e credenze altrimenti date per scontate.
Più che vedere, questo “poeta fuggiasco” intravede la realtà sotto forme sempre nuove e in apparenza contraddittorie, appellandosi a una genealogia all’interno della quale godono del medesimo diritto di cittadinanza Simone Weil, Pier Paolo Pasolini e santa Teresa d’Avila, che in questi versi ci viene incontro fra i topi e le prostitute. È un dettato che procede di sbieco, in controluce, transitoriamente ma irreversibilmente, perché è proprio come contingenza che l’eternità si fa carne. In questo modo, il dolore diventa la “strada bianca” che attraversa la “frontiera”, luogo di una “teoria” che si capovolge subito in esperienza e condivisione, lasciando crescere uno sguardo che, come in ogni resoconto mistico, è profondamente e profeticamente politico.