La crisi delle narrazioni tradizionali, le visioni apocalittiche nella letteratura e nel cinema, l’affermazione di cyborg, zombie o vampiri nella cultura pop sollevano un interrogativo: l’uomo è una macchina insensibile che abita mondi virtuali anestetici e invulnerabili? Le teologie cristiane hanno perso il loro rilievo anche perché si sono immunizzate nei confronti di queste domande, creando mondi separati nei quali gli sviluppi sociali e culturali sono stati poco o per nulla considerati. Se ci si è confrontati con la cultura, lo si è spesso fatto nella prospettiva della presunta superiorità e sicurezza del mondo redento. Le pagine del volume si interrogano sul contributo che il cristianesimo può dare a un nuovo umanesimo recuperando la comprensione della mortalità e uno sguardo rivolto alla fragilità e alla vulnerabilità, due aspetti che ricollocano al centro della riflessione la virtù della misericordia.