La preghiera ci costringe a fare chiarezza sul Dio in cui crediamo. L’immagine di un’energia, di una causa lontana che sta all’origine dell’universo, si dissolve nel momento in cui si cerca un Dio da pregare. L’immagine del “signore onnipotente dei cieli e della terra”, che dal suo “al di là” controlla ciò che accade tra noi e interviene, solleva domande alla luce dell’esperienza: perché sembra ascoltare solo la preghiera di alcuni e di molti altri no? Da che cosa dipende l’efficacia della preghiera? Suonano strane le parole di Gesù: «pregate e vi sarà dato», perché parlano di un Dio che non pretende nessuna condizione previa da parte di colui che prega, né tantomeno lascia nell’incertezza se esaudirà o meno la preghiera. Dio ascolta colui che prega, esaudisce la sua preghiera. Allora perché muoiono tante persone nonostante si sia pregato Dio di salvarle? Dio non ha accolto la preghiera? O, piuttosto, egli esaudisce solo le preghiere di coloro che gli stanno particolarmente a cuore? I contributi che compongono il nostro itinerario intendono farsi carico della domanda su Dio per orientare la risposta a questi fondamentali interrogativi dell’esperienza umana. I testi di Kurt Appel e Massimo Nardello sono stati pubblicati in una versione ridotta sulla rivista online Settimana News. Il testo di Andrés Torres Queiruga riprende una parte del capitolo V del volume Io credo in un Dio fatto così. Le risposte di un teologo alle obiezioni sulla fede (EDB, Bologna 2017).