Agosto 1914. All’indomani della dichiarazione di guerra della Germania alla Francia, Marc Bloch lascia Parigi per raggiungere il fronte. Ufficiale di fanteria, condivide con i suoi compagni la dura quotidianità della vita di trincea, il caos degli scontri a fuoco con il nemico, la paura della morte sempre in agguato, il dolore per le tante perdite. Di quegli anni terribili, da cui uscirà con la consapevolezza del proprio mestiere di storico, ci darà nei Ricordi di guerra 1914-1915 un resoconto appassionante e pervaso da una sobria umanità, scegliendo di raccontare solo ciò che ha visto e vissuto di persona e proprio per questo rendendo la sua una testimonianza generale.
Questa esperienza individuale sarà in seguito ripensata da Bloch nelle Riflessioni. Lo storico studia la guerra come «un immenso esperimento di psicologia sociale» e, partendo dagli stati d’animo collettivi che consentono ai pregiudizi di trasformare una cattiva percezione in leggenda, analizza la formazione e la diffusione delle false notizie che hanno circolato nelle trincee. Imbocca così una strada di ricerca che impronterà tutta la sua opera, costituendo una corrente d’indagine che darà vita a una feconda scuola di pensiero che è ancora oggi di grande attualità.
«Lo storico che più di ogni altro ha trasformato la storiografia in una scienza moderna».
Jacques Le Goff, «Le Monde»
«Insieme a Lucien Febvre, Marc Bloch ha dato vita a una vera rivoluzione epistemologica e scientifica nel campo della storia».
«Le Figaro»
«Bloch, storico francese tra i più originali del Novecento… non ha avuto esitazioni nel risolvere la contraddizione tra gli studi e l’azione che nei secoli ha tormentato generazioni di intellettuali».
«Corriere della Sera»
«Un uomo complesso, coraggioso e brillante, il cui impatto sulla storiografia del ventesimo secolo è forse senza eguali».
«The Journal of Modern History»