«Affrescato a motivi pompeiani, l' "Albergo Europa" è un microcosmo in cui l'armonia di una società patriarcale è attraversata da trasalimenti e ombre e interrogativi. Siamo negli anni attorno alla Prima Guerra Mondiale. Si è detto "microcosmo" non per dire: questo mondo è piccolo davvero, è un paese di montagna in una delle valli di Cuneo, un paese con i bassi porticati e i balconi di legno; ed è il mondo davvero, per la bambina che vi nacque e lo registrò ora per ora.
L'immagine proustiana del titolo significa qui l'infanzia, età in sé folgorante, ma ombrosa, oscura per chi la guarda dall'altra sponda, quella della maturità; ma è anche la vita stessa, lo spazio che deve essere riattraversato per ritrovare la tormentosa età, nella quale a nostra insaputa tutto era stato giocato una volta per tutte.
Il riscatto del tempo è il motivo vero del raccontare di Lalla Romano. Sin dai primi libri si è venuto precisando il filo di una poesia tutta discrezione e rigore che consiste nel raccogliere come rivelatori proprio i momenti della vita che si sogliono chiamare dispersi».
Italo Calvino