All'apice della sua arte narrativa, Lalla Romano si confronta in questo romanzo con le cose ultime della vita, le piú alte e insieme piú quotidiane. Nei mari estremi racconta i «quattro anni» dell'incontro e dell'innamoramento - fino al matrimonio - con Innocenzo, che sarebbe stato il compagno di tutta un'esistenza. E poi racconta la sua morte, preceduta dai «quattro mesi» intensi della malattia. Un memoir costruito come un susseguirsi di variazioni musicali, che descrivono l'amore e la morte nei loro aspetti piú segreti, materiali, fisici. Una sinfonia intima composta da quei momenti in cui si gioca il rischio supremo, che sono - scrive Lalla Romano - «quasi sottratti al tempo, in quanto appartengono al suo margine, alla sua fine, o soltanto vi alludono».