La necessità di riflettere sulla nozione e la pratica dell’atto ospitale è suscitata da una stringente attualità: occorre infatti dare risposte agli interrogativi che genera oggi la coabitazione di popoli e culture in società complesse come quelle contemporanee. Proprio lasciandosi interrogare da questa complessità, si intuisce che la sfida dell’accoglienza non è solo economica o politica ma anche spirituale. Infatti l’ospitalità, interpretata nell’ottica dei tre monoteismi abramitici, rappresenta e coinvolge il divino: attraverso questa pratica noi scorgiamo il cuore stesso di Dio. Claudio Monge, esplorando alcune consuetudini sociali tipiche delle culture semitiche, cerca di cogliere l’evoluzione delle pratiche dell’ospitalità nella culla geografica comune a ebraismo, cristianesimo e islam. Al cuore della ricerca, l’analisi dell’episodio biblico di Abramo a Mamre (Genesi 18), un racconto paradigmatico dell’atto ospitale e non una semplice perla letteraria dell’Antico Testamento. Attorno al tema dell’ospitalità, inoltre, si può tessere una rete di concetti che sta alla base di una “pedagogia del dialogo interreligioso”. Ma non c’è dialogo senza riconoscimento dell’alterità e della propria unicità. Un motivo in più per apprezzare l’importanza della pratica dell’accoglienza, che riorganizza in modo nuovo la stessa comprensione della nostra identità individuale. Prefazione di Enzo Bianchi