Dopo aver abbracciato il cattolicesimo nel 1922, Chesterton scrisse un breve ritratto su san Francesco nel 1923, quasi come se volesse trarre nutrimento spirituale dalla conversione del Santo di Assisi. Per Chesterton, san Francesco incarnava principalmente un profondo amore per Dio e per la Creazione, un poeta che si considerava modesto e celebrava la grandezza delle cose semplici, degli esseri umili e della vita quotidiana delle persone a cui dedicava il suo aiuto nella lotta contro la povertà. Dall'esecuzione di gesti di carità straordinari quando era ancora il figlio di un mercante, al rifiuto del mondo e alla fondazione di un Ordine e di una regola che emulavano la vita di Cristo, sino alle stimmate ricevute sul monte della Verna e alla sua morte, ogni passo del suo percorso terreno era orientato verso il cielo. Un amore così vasto e appassionato, insieme a una mistica così semplice e assoluta, possono risultare "scandalosi" per la mentalità moderna. Tuttavia, è proprio questa mentalità che Chesterton mira a scuotere attraverso queste pagine, cercando, con la sua solita ironia, di aiutarla a compiere quel processo di rivoluzione interiore che trasformò il giovane Francesco Bernardone nel grande san Francesco.