Niente acqua corrente, niente auto, niente elettricità né altro che grazie ad essa funzioni: internet, telefono, lavatrice, radio o lampadine. Solo una baita di legno al margine di un’abetaia. In questa sincera e appassionata cronaca di una vita fuori dall’ordinario, senza l’aiuto della moderna tecnologia, Mark Boyle esplora le gioie, guadagnate col sudore della fronte, del costruirsi una casa con le proprie mani, imparare ad accendere un fuoco, andare a prendere l’acqua dalla sorgente, pescare e procacciarsi il cibo. È un’esistenza elementare, governata dai ritmi del sole e delle stagioni, dove vita e morte danzano insieme in un ambiente primitivo fatto di sangue, legno, letame, acqua e fuoco – ma non è nulla di diverso da ciò che abbiamo vissuto per la maggior parte della nostra permanenza sulla Terra. Riviverla oggi apre però una profonda riflessione su cosa significhi essere umani, in un’epoca in cui i confini tra uomo e macchina sono ogni giorno più confusi.