Quando gli anni cominciano a essere tanti, si sente proprio il bisogno di avere un angelo custode che si materializzi e che ti assista. Ma, non vedendolo arrivare, Leonora Cantavenere, scrittrice e scultrice, se lo scolpisce da sé, come il Reuccio fatto a mano. Di notte l’angelo prende vita, esce dalla forma di creta e si materializza. Non è esattamente l’angelo che Leonora si aspettava: è bruno, senz’ali e con una stranissima pronuncia. Ma non bisogna sottilizzare: è sempre un angelo, venuto da chissà quale distanza. La sostiene e soprattutto l’aiuterà a scrivere un libro, l’ultimo della sua vita. Ma Ariel è un angelo irrequieto. Ha bisogno di uscire, anche se qualcosa lo trattiene: l’esterno lo impaurisce. Insiste per essere portato lontano, in Brasile, per esempio, dove troverà spazio per la sua ispirazione, e mare e cielo per i suoi occhi. Dopo Aldabra, tradotto in nove Paesi e accompagnato da critiche entusiastiche in tutto il mondo, ritorna l’avventura di Silvana Gandolfi, dove il magico sembra il reale e la realtà ne è tutta invasa.