«Il trucco per farla in barba alla morte è trasformarsi» dice la nonna alla nipote nella prima parte di questo romanzo. E a tutto si pensa tranne al «tipo» di trasformazione e alla sorpresa, all’allegria, allo straordinario che vi sono connessi. È stupefacente quanta profondità si celi in questo breve romanzo: la lenta trasformazione della vecchiaia, dolorosa in altri casi, diventa qui un recupero di vitalità. E il libro invita a valorizzare le infinite risorse che la fantasia ci mette a disposizione. La qualità particolare di Silvana Gandolfi è quella di raggiungere, attraverso trame e avventure coinvolgenti, temi profondi e simbolici, come avviene nei suoi altri romanzi: Pasta di drago, L’isola del tempo perso, La scimmia nella biglia, La memoria dell’acqua, Qui vicino mio Ariel. E sempre sullo sfondo di paesaggi reinventati: in questo caso – come in Occhio al gatto – una Venezia segreta e quasi sconosciuta.