La Lega quasi per due decenni è stata il sale di uno scombussolamento e di un riallineamento di molte convinzioni, più proficua e di impatto sulla politica italiana dello stesso berlusconismo. Come, quando, perché questa diversità leghista è cominciata a svanire?
[dalla prefazione di Lucia Annunziata]
Un Caimano che si ritira – momentaneamente - dalla lotta. Un re senza il suo più potente alleato, minato dalla malattia, chiuso in un cerchio magico guidato dalla sua regina e composta da consiglieri che non sempre agiscono per il suo bene.
E nelle verdi valli padane il suo più fedele scudiero che va alla conquista di terre, paesi e militanti, un esercito che non va disperso, ma tenuto unito. Per realizzare quello che al vecchio re non è riuscito fino a quel momento: un Nord davvero libero e potente. I Barbari sognanti attendono, non vedono l’ora di incrociare le armi. E di vincere. Si può raccontare come una saga celtica la storia dell’ultimo anno della Lega. Una saga che spesso sostituisce ai toni epici quelli scurrili del re Bossi in piena decadenza, e a sanguinose battaglie scambi velenosi di battute e invettive che dalle basi leghiste rimbalzano su stampa e tv. E invece dell’amore di una principessa, qui in palio ci sono non solo poltrone, denaro e potere ma l’idea stessa di un’altra Italia, di un altro Nord. Per il partito italiano più longevo è giunto il momento di un cambio della guardia, ma nn è un passaggio facile e gli esiti sono imprevedibili.
E, soprattutto, non sarà indolore.
Contiene due capitoli d’inchiesta sulla gestione dei fondi della Lega da Tangentopoli a oggi.