SE VOGLIAMO SALVARE L'ITALIA TUTTI DOBBIAMO FARE LA NOSTRA PARTE
Se oggi l’Italia si ritrova sull’orlo del baratro lo dobbiamo anche a loro: gli evasori. E alla politica, che a suon di condoni e scarsi controlli ha permesso che per decenni furbetti dello scontrino e falsi nullatenenti si godessero in santa pace i soldi sottratti al fisco.
Ma siamo sicuri che gli evasori siano sempre gli altri? A partire dai nostri comportamenti quotidiani possiamo dare inizio a una rivoluzione culturale e cominciare a pagare tutti le tasse. Magari per pagarne meno in futuro.
Contiene un vademecum ironico per il cittadino antievasione e un’intervista a Vincenzo Visco.
Cosa succede quando non ci facciamo dare lo scontrino?
Facciamo i conti “della serva” e prendiamo uno scontrino fiscale da 100 euro. Su questa cifra bisogna calcolare:
- il 21% di Iva
- l’Irpef, che calcoliamo per facilità con l’aliquota media del 23%
- i contributi Inps per il 23%
- l’Irap, al 4,82%
- le addizionali regionali, che variano ovviamente di regione in regione, ma che calcoliamo in media per 1,73%.
Fatto un rapido calcolo, se non chiediamo quello scontrino da 100 euro facciamo risparmiare al negoziante (o al ristoratore, o all’albergatore, eccetera):
18 euro di Iva
18,50 euro di Irpef
16,40 di Inps
3,97 euro di Irap
1,64 euro di addizionali regionali
Totale = 58,51 euro.
Una cifra che sfiora il 60%. E che deve far riflettere anche sul fatto che, ormai, la tassazione ha di gran lunga superato la metà dei redditi dei cittadini italiani (evasori, ovviamente, esclusi).
Elena G. Polidori scrive di politica e televisione per il «Quotidiano Nazionale» («la Nazione», «Il Resto del Carlino» e «Il Giorno»), è autrice di programmi televisivi Rai e Mediaset ed è consigliere nazionale della Federazione Nazionale della Stampa. Il suo Resistere a Equitalia, scritto per documentare l’aggressività del Fisco nei confronti di cittadini non evasori, ma semplici “morosi” con le amministrazioni locali, è stato un successo editoriale. Per Aliberti ha anche pubblicato Berlusconi e la fabbrica del popolo, un’approfondita inchiesta su come il Cavaliere ha costruito, attraverso le televisioni generaliste, il proprio elettorato.