Nell'autunno del 1609, esattamente quattrocento anni fa, Galileo Galilei puntò in aria il cannocchiale e... apriti cielo! L'attonito scienziato scoprì che la Luna ha monti e valli, Venere fasi simili a quelle lunari, Giove quattro grandi satelliti che gli girano attorno, Saturno strane anomalie (i famosi anelli), che il Sole ruota su se stesso, e le costellazioni e la Via Lattea sono composte di innumerevoli stelle.
Queste rivelazioni cambiarono radicalmente la sua vita e la nostra storia, inaugurando la nuova e acuta astronomia degli scienziati e scatenando le vecchie e ottuse reazioni dei teologi. Per due volte, nel 1616 e nel 1633, il Sant'Uffizio alzò la voce e Galileo abbassò la testa, dannandosi la memoria per aver salva la pelle. Ma poiché, come notava Oscar Wilde, chi dice la verità prima o poi viene scoperto, di fronte ai progressi e alle conquiste della scienza oggi possiamo felicemente affermare: "Hai vinto, Galileo!".
Per evitare di cadere nello stesso errore dei denigratori, di condannare senza conoscere o conoscere senza capire, questo libro ripercorre la strada che ha portato alla vittoria dell'eliocentrismo: l'antica formulazione proposta da Aristarco e quella moderna riproposta da Copernico, la coraggiosa e tragica protodifesa intrapresa da Giordano Bruno, il sistematico sviluppo compiuto da Keplero e Galileo, le feroci persecuzioni intentate dal cardinal Bellarmino e da papa Urbano VIII, la definitiva sistemazione raggiunta da Isaac Newton, la verifica sperimentale ottenuta con il pendolo di Foucault, e la subdola riscrittura della storia attentata da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
E, soprattutto, ci sollecita a leggere (o rileggere) le grandi opere di Galileo (il Sidereus Nuncius, le Lettere copernicane, il Saggiatore, il Dialogo sopra i due massimi sistemi e i Discorsi sopra due nuove scienze), per scoprire che non si tratta solo di scienza. Perché, come disse Italo Calvino, che se ne intendeva, Galileo è stato "il più grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo".