Goethe amava passeggiare nei dintorni di Weimar, e si sedeva spesso a scrivere all'ombra di un faggio. Fu nei pressi di quel luogo che nel 1937 i nazisti costruirono il campo di concentramento di Buchenwald; quell'albero divenne testimone di atrocità e orrori che ben presto cancellarono ogni ricordo di poesia. Così come il quattordicenne Willi, che, strappato bruscamente alla sua vita, viene internato per aver distribuito volantini e finisce con l'assistere alla degradazione di tutto ciò che è umano: la solidarietà, la speranza, l'amicizia, travolte dalla nuda necessità di sopravvivere. Nel campo valgono poche regole ferree: solo i forti ce la fanno, solo chi vende il proprio corpo in cambio di favori può andare avanti per se stesso e per gli altri. Il più forte di tutti è Bubi, che offre se stesso quotidianamente nel mercato di carne umana del lager; ma un giorno quello stesso sacrificio viene chiesto a Willi? Helga Schneider sfida se stessa e i lettori e racconta con commozione, dolore e speranza, ma soprattutto con grandissima umanità e delicatezza, un momento della nostra Storia recente in cui tutto ciò che ci rende umani ha rischiato di essere annientato per sempre; e lo racconta perché nessuno dimentichi, perché tutti lo sappiano, perché mai più si ripeta, nel presente e nel futuro.