Una donna di novantatre anni muore lasciando una soffitta piena di ricordi e memorie. E se quella donna è Helene Frank, sorella di Otto Frank padre di Anne, il valore di quelle memorie diventa inestimabile, perché, se la drammatica storia della giovane autrice del Diario è nota a tutti, quella della sua famiglia colta e cosmopolita lo è meno.
Oltre seimila documenti tra fotografie, cartoline, disegni, poesie e lettere, tra cui quelle che Otto spedí dall'orrore di Auschwitz, sono sopravvissuti miracolosamente al turbolento XX secolo e hanno permesso a Mirjam Pressler di ricostruire trecento anni di vita della famiglia di Anne Frank, restituendoci un ritratto inedito e ancora piú indelebile dei Frank: gli amori, le gioie, le angosce e le speranze durante gli anni di guerra e di attese. E partendo dalla vita di Alice Frank, la madre di Otto, Mirjam Pressler ci regala anche un'immagine di Anne precedente al Diario, una bambina piena di aspettative e opportunità.
«E ora che facciamo?» chiede Buddy masticando.
«Io so cosa», dice Anne, trascinando il cugino verso l'interno della casa, attraverso il salone e l'ingresso, su per lo scalone, fino alla stanza di nonna Alice. «L'hai promesso », dice lei indicando l'armadio, e quando Buddy scuote decisamente la testa, ripete: «Hai detto che te la senti».
Buddy si stringe nelle spalle. Sa che opporsi non avrebbe senso. Quando Anne si mette in testa una cosa, dissuaderla non è cosí facile. E in fondo ha perso la scommessa, lei ha avuto davvero il coraggio di arrampicarsi sull'albero e di prendere dal nido un uovo di uccello, stando attenta anche a non romperlo nella tasca della gonna. Poi, malgrado i suoi ammonimenti, è salita di nuovo per rimettere l'uovo al suo posto.