Il romanzo da cui è stata tratta l’omonima serie trasmessa in Italia da Sky Atlantic con Ethan Hawke come protagonista.
Il Kansas del 1856 è un campo di battaglia tra abolizionisti e schiavisti. La vita del giovane schiavo Henry Shackleford viene stravolta dall’arrivo in città del leggendario paladino abolizionista John Brown: quando una discussione tra il padrone di Henry e Brown si tramuta in uno scontro a fuoco, Henry è costretto a scappare insieme a Brown che, fin dal primo momento, lo scambia per una ragazza e lo considera il suo portafortuna. Henry, soprannominato “Cipollina”, si troverà così a viaggiare attraverso gli Stati Uniti insanguinati dalla guerra per la “liberazione della gente di colore” nei panni di una donzella. Dapprima profondamente a disagio per questo scambio di genere, finirà per apprezzarne i vantaggi: non dover faticare, poter passare inosservato e non dover rischiare la vita in guerra. Dopotutto, come dice lo stesso Henry, la menzogna è l’unica strategia di sopravvivenza degli schiavi neri nei rapporti con i bianchi. Insieme a John Brown seguirà le reali tappe della sua vita, compreso lo storico raid di Harpers Ferry nel 1859, uno dei grandi catalizzatori della guerra civile. Spassoso mix di storia e immaginazione raccontato con l’occhio meticoloso di McBride per i dettagli e i personaggi, The Good Lord Bird è un’avventura travolgente, ma anche una commovente esplorazione dell’identità e della lotta per la sopravvivenza.
Dall’autore bestseller James McBride, un caposaldo della nuova letteratura black vincitore del National Book Award e definito dalla giuria «una voce comica e originale come non se ne sentivano dai tempi di Mark Twain».
«The Good Lord Bird è davvero brillante. Ha tutto quello che secondo me deve avere un romanzo, mi ha trasportato e anche trasformato».
John Green
«Una commedia spassosa. McBride confeziona un ritratto magistrale, come un Mark Twain moderno».
«The New York Review of Books»
«Un romanzo turbolento, molto divertente e assolutamente originale... C’è qualcosa di profondamente umano in questa storia, qualcosa che ricorda l’opera di Omero o di Mark Twain».
«The Washington Post»