La lettura sorprendente che Michel de Certeau offrì a caldo del maggio francese si offre a noi non solo come chiave interpretativa di un evento passato, ma altresì come modello per una comprensione del nostro presente che voglia illuminarne gli strati profondi, fino a riconoscere in essi le tracce di una diversa rappresentazione culturale e politica. Procedimento tanto più significativo perché lo sguardo dell’interprete vi è guidato da un bisogno personale di veridicità inseparabile dal sentimento di responsabilità verso la propria epoca. È così che Certeau poté riconoscere nel fatto stesso che una moltitudine si fosse “messa a parlare” un passaggio traumatico che portava in sé gli indizi di una discontinuità e la possibilità di un nuovo inizio: “Come può avvenire un cambiamento? Come si leva un nuovo giorno?”.Di quella lunga appassionata riflessione, Giancarlo Gaeta ha cercato il filo conduttore, disponendone lungo di esso i passaggi salienti, scanditi da propri interventi con funzione di raccordoe di esplicitazione del senso di una interrogazione altra rispetto a quelle perseguite dagli apparati culturali programmati per reintegrare l’aberrante in sistemi buoni per spiegare ogni cosa.a cura di Giancarlo Gaeta