Tre intellettuali diversi per origine, estrazione sociale e fede, s’incontrano a Serampore, nei pressi di Calcutta, a cavallo degli anni Trenta del Novecento. La loro amicizia, nutrita dai comuni interessi culturali e spirituali, viene sconvolta da un evento straordinario: durante una calda notte estiva, persi nella fitta foresta del Bengala, sono testimoni dell’assassinio di una giovane donna. Un crimine che però è avvenuto in quei luoghi centocinquant’anni prima!
Sospeso tra realtà e sogno, tra passato e presente, tra orrore e liberazione, Notti a Serampore rievoca in parte fatti e persone reali dei primi anni del soggiorno in India di Mircea Eliade, sviluppando concezioni della fisiologia mistica che sono parte integrante della «religiosità cosmica» del pensatore romeno. Un romanzo breve dell’Eliade «esoterico», che, attingendo al tantrismo e al folklore yogico, sa combinare in modo peculiare occultismo e magia.
Dopo sei o sette mesi di grammatica sanscrita e di filosofia indiana, mi sono fermato: ero affamato di sogno. Ho cominciato a scrivere quel romanzo, un po’ autobiografico, un po’ fantastico. Volevo penetrare e conoscere il mondo immaginario che mi ossessionava. L’ho scritto nel giro di qualche settimana. E ho ritrovato la salute e l’equilibrio.