Un viaggio lento, polako polako, a scartamento ridotto. Una bicicletta e una sacca, la cui pesantezza non è un fardello ma l’occasione di essere agganciati alla terra attraversata per viverla, scoprirla.
Da Zagabria a Sarajevo, a Belgrado, dalla Mitteleuropa verso Oriente tra vallate, cascate, pianure sconfinate, campi di grano, locande antiche, case rurali, ponti in pietra, vecchie in nero, chioschi di fragole e angurie, birra fresca, moschee, chiese, cimiteri turchi, campanili di ogni foggia.
Le ruote della bicicletta scorrono lente sulla strada e tracciano una riga immaginaria e clandestina sull’asfalto, un tratto di penna fatto per unire, non per dividere. Popoli, religioni, lingue, alfabeti.
Questo viaggio permette di conoscere il volto reale di quei territori e delle persone che li popolano, ascoltare voci, suoni, confessioni e ricordi, magari davanti a una bella rakija a fine giornata.
“Lorenzo Gambetta è un pronipote di Bertarelli, Toti e Guareschi, ha viaggiato in bicicletta da Zagabria a Sarajevo e da Zagabria a Belgrado, poi ha trasformato le pedivelle in tasti, le pedalate in parole, i chilometri in pagine. Jugo-bike. Grazie”. (Marco Pastonesi)
“Il libro di Lorenzo ha il merito di contribuire a farci sentire i Balcani ancora un po’ più vicini”. (Simone Benazzo)