Malcolm Lowry, uno degli scrittori di culto dell’immediato secondo dopoguerra, muore nel 1957 in un cottage affittato nel Sussex, nella casa dove si era trasferita la moglie. Muore povero e malato, dopo un aspro litigio con lei, secondo i più consolidati cliché degli scrittori maledetti. La causa della morte: un mix di barbiturici e alcol in dosi eccessive. Al momento della morte, Lowry stava lavorando al romanzo Il traghetto per Gabriola, poi pubblicato postumo a cura della moglie, una sorta di “romanzo gotico” sulla scorta di Henry James in cui a prevalere, più che i fantasmi e le manifestazioni esteriori del genere, sarebbero stati – come in James, appunto – i contorti processi dell’inconscio e l’equilibrio mentale dei singoli personaggi. È una storia d’amore esistenziale dai tratti autobiografici, incentrata su un personaggio ispirato allo stesso Lowry, Ethan Lleweyllen, e sua moglie, nel loro non-consumato viaggio verso Gabriola, una delle isole del Golfo al largo della costa orientale dell’isola di Vancouver nella Columbia britannica. I temi sono la vita, l’amore, il bere, i viaggi, il misticismo e la letteratura negli anni quaranta. Il traghetto per Gabriola è un “must” per i fan di Sotto il vulcano. Grande è in questo libro la capacità di Lowry di catturare lo spirito del luogo, in questo caso il Canada, analogamente a quanto lo era stato per il Messico nel suo romanzo più famoso. Un libro decisivo e importante per definire al meglio il tragitto esistenziale e letterario di questo grande autore.