In un dolce tardo mattino o in un torrido meriggio o in una fresca sera o in una notte stellata, una jarra di sangría è il minimo per godere di quel vino rosso leggero che è quasi un’espressione filosofica. Scrivere di Andalusia, pensare all’Andalusia, è impossibile a mente fredda e a cuore sereno. Se e quando ti provi a farlo, mille immagini t’invadono gli occhi. L’Andalusia è uno spazio geografico, storico e mitico, ma anche uno spazio intimo. È un "finis terrae" europeo, cuore di molte culture – barbara ed eurasiatica, berbera e araba, sefardita ed ebraica – eppure, rispetto a tutte, appartato e remoto. In questo orizzonte quasi senza tempo, lungo sentieri roventi come la piana del Guadalquivir d’estate o gelidi come i picchi della Sierra Nevada d’inverno, incroceremo molti viandanti: da Averroè a Maimonide, da Cervantes a García Lorca, a Primo de Rivera, a Manuel de Falla, ciascuno di essi ha la sua Andalusia da narrare, da amare. Questo libro è un invito al viaggio: incamminiamoci allora, perché, pur inafferrabile e misteriosa, alla fine incontreremo la Terra della Luce.