C'è una ragazza di nome Adele, che non si aspettava nulla dalla vita, e invece la vita la mette di fronte a una gravidanza inaspettata, regalandole una decisione irreversibile. C'è un quartiere in periferia, con molte strade e nessuna via d'uscita. Ci sono Dora e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel "quasi" è una frattura divaricata dal desiderio di un figlio. E poi c'è Zeno, che dei desideri ha già imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni.
Questa è la loro storia, un intreccio di attese, scelte e rinunce che si sfiorano e illuminano il senso più profondo dell'essere madri, padri e figli. Il racconto di vite vinte e vincitrici, dove abbandonare diventa sinonimo di amore, e dove l'amore può assumere il macabro aspetto dell'ossessione. Eternamente in lotta, eternamente in cerca di un luogo sicuro dove basta stare fermi per essere altrove.
Silvia Avallone fa deflagrare la potenza di fuoco dell'età in cui tutto accade, la forza del destino che insegue chi vorrebbe solo essere diverso. Apre finestre, prende i dettagli della memoria e ne fa mosaici per consegnarci un romanzo che indaga e accoglie i volti possibili della maternità. Sedetevi con lei su una panchina e guardate lontano, per scoprire che un posto da dove la vita è perfetta, forse, esiste.