Italia. Estate del 1972. Ivo il Barrocciai convince il padre Ardengo a finanziargli l'acquisto di un terreno per costruire una fabbrica di tessuti da "far invidia ai milanesi". Cesare Vezzosi, piccolo impresario edile, sposato con la bellissima Arianna che lascia lunghi mesi al mare a badare al figlio Vittorio, costruisce di lena appartamenti popolari per ospitare l'ondata di intrepida immigrazione che viene dal Sud. Pasquale Citarella è venuto dall'Irpinia a cercare fortuna, con moglie e figli, e pittura senza sosta le case e i capannoni e i palazzi che sembrano spuntare ovunque.
Siamo all'alba di un nuovo mondo e l'albero della vita sta intrecciando i destini: l'audace Barrocciai incarica il Vezzosi di costruire la faraonica fabbrica mentre lui si getta, con l'entusiasmo di un fanciullo, alla conquista del mercato tessile d'Europa e d'America. Il Vezzosi, a sua volta, incarica Citarella della costruzione: una commissione che può valere il futuro suo, della sua famiglia, e anche di qualche parente rimasto ad Ariano Irpino. E mentre la fabbrica si va edificando, gloriosa ed eccessiva come il sogno che l'ha voluta creare, mentre quei tessuti iniziano a generare denaro e spargere benessere condiviso, mentre gli anni vengono divorati dalla voglia di futuro, le vite private dei protagonisti iniziano a scricchiolare, a scomporsi e ricomporsi, travolte dall'impeto di una vita che è benzina per i sogni e di una crescita continua e rapidissima, onnipresente, naturale quanto l'aria e il cielo. Edoardo Nesi torna al romanzo con una saga familiare che segue e accarezza cinque personaggi indimenticabili e dipinge l'affresco di una nazione giovane e ambiziosa e coraggiosa, sulla quale splendeva la buona stella della fortuna e nella quale si soffriva solo – ma tanto – per amore. L'estate infinita è una macchina del tempo che riesce a ricondurci al ricordo potente e lieve d'un passato prossimo colmo d'un futuro che non finiva mai, e ci riporta in un'Italia innamorata della vita e delle sue passioni, talentuosa e frenetica, laboriosa e sventatissima: l'Italia migliore di sempre.