La biblioteca del Museo di Roma di cui qui vengono presentate le edizioni antiche (sec. XVI-XIX), insieme ad alcune serie di stampe, si pone nel suo complesso come un libro aperto sulla città. Fin dagli anni Trenta del Novecento a questo nucleo di libri soprattutto figurati era stato infatti assegnato insieme alle altre collezioni dei 'Musei di Roma', il compito di raccogliere e conservare i documenti relativi alla storia, agli usi, ai costumi della città. Accanto a pubblicazioni imponenti, con ricco corredo illustrativo, trovano posto anche opuscoli effimeri, stampati in occasione di conclavi, esequie, nozze, etc., dai quali emergono aspetti della Roma papale tra il Sei e l'Ottocento. La biblioteca dell' attuale Museo di Roma eredita dunque, con i volumi di quei primi anni e di quelli immediatamente post-bellici in cui cambia la propria sede, ormai ospitata nello storico palazzo Braschi, anche quell'orientamento di partenza. Ciò testimonia la continuità con un assunto iniziale volto a raccogliere quanto poteva definire, per così dire istituzionalmente, il profilo di Roma. Ma insieme a questo ufficiale compito documentario, essa risponde anche a quello di raccontare una storia più nascosta e sommersa che è quella di una immagine che invece stenta a definirsi e a tradursi in una sua rappresentazione, all'interno dei libri sulla città, almeno fino alla seconda metà del XVI sec. La collezione dei volumi antichi che copre un arco di tempo dal XVI al XIX sec. attesta dunque anche questo iniziale vuoto d'immagine che accompagna le tante pubblicazioni di argomento romano nel corso del secolo XVI e che testimonia, per assenza, il particolare rapporto con una città-mito.