Impiegato in un'impresa per la produzione di ghiaccio, operaio in una fabbrica di pesce in scatola, tuttofare per uno studio professionale, sguattero in bar e ristoranti. La tormentata carriera dello scrittore John Fante inizia cosí, nei primi anni Trenta, con l'arrivo in California, poco piú che ventenne, e il sogno di diventare scrittore. Le lettere che Fante scrive ai genitori, alla moglie e, piú avanti, agli amici scrittori e ai suoi editori, ripercorrono la sua intera esistenza e dànno conto dell'enorme lavorio che sta dietro a pagine solo apparentemente fresche e spontanee.
«Cara mamma, passo il mio tempo a scrivere fino a che la situazione prenderà una piega migliore. Ogni scrittore deve fare la fame per un po' prima di valere qualcosa. Deve sperimentare tanto le difficoltà quanto le cose facili, e in questo momento mi tocca la parte brutta di quest'affare di vivere. Non preoccuparti per me. In qualche modo me la cavo sempre».