«Alla fine del Duecento Firenze era non solo un grande centro culturale, commerciale e manifatturiero, ma anche la principale piazza finanziaria del tempo. Con gli inizi del nuovo secolo però il "miracolo" si esaurì. Gli anni più neri furono quelli corsi fra il 1339 e il 1349. Ci fu il dissesto della finanza pubblica che sfociò nella bancarotta del Comune. Ci furono i fallimenti a catena delle maggiori compagnie bancarie e mercantili. Ci furono i violenti movimenti del rapporto di valore tra l’oro e l’argento che scombussolarono il sistema monetario. Ci fu la spaventosa carestia del 1347. E poi la grande peste del 1348» Dal Cantico dei Cantici alla danza macabra: è la parabola di Firenze nel Trecento, quando la città passò dall’opulenza a una crisi profonda. Le vicende del mercato monetario e finanziario e le interferenze politiche nelle scelte economiche avevano finito per ridurre la città in miseria. Illustrati con chiarezza da Cipolla i dispositivi di politica monetaria adottati dal Comune fiorentino per far fronte a un groviglio di problemi quali la città mai aveva conosciuto prima.