Jeff ha quindici anni, una sorella normale, genitori normali, amicizie normali. Niente sembra spiegare perché abbia cercato di togliersi la vita. Quando si risveglia in un ospedale psichiatrico, il suo primo pensiero è uscirne al più presto. Quello non è un posto per lui, non è mica svitato come gli altri quattro ragazzi ospitati nello stesso reparto. Il suo è stato solo un inciampo di percorso e non ha nessuna intenzione di parlarne con il dottor Tantropus, o meglio Tanto Pus. Del resto, è convinto di cavarsela con battute e bugie, senza fare i conti con se stesso. E senza parlare di Allie. Tra quei muri, per quarantacinque giorni, sono gli altri che lo spingono a cambiare. Sadie, così tosta; Martha, inseparabile dal suo peluche; Rankin, i cui modi brutali lo costringono a fare i conti con la propria sessualità. Jeff scopre se stesso e le sue ferite. Lo fa con sguardo arguto e un'ironia sfacciata, rendendo questo romanzo una straordinaria storia di crescita che scava nel fondo buio dell'anima con inaspettata leggerezza.