Tre mondi paralleli convivono in Formicaio. Mondi che insieme sorgono, tramontano, sorgono di nuovo, ma hanno tempi così diversi da essere quasi invisibili l'uno agli altri. Il più piccolo è quello delle formiche, le cui epopee si dispiegano nello scenario di un picnic. Il secondo è quello degli esseri umani, tanto più grandi delle formiche ma ugualmente «destinati da Giove, sin da fanciulli, a penare nel duro travaglio di guerra». Migliaia di volte più vasto, nello spazio e nel tempo, è poi il terzo mondo, la biosfera, la totalità della vita, che l'Uomo tuttavia riesce a stravolgere. Edward O. Wilson, uno dei più grandi biologi del Ventesimo secolo, al contempo Darwin e Omero del mondo delle formiche, con sorprendente linguaggio poetico narra questi tre mondi e li fa incontrare nella vicenda del giovane Raff Cody. Cresciuto nelle foreste del Sud degli Stati Uniti e fin da bambino affascinato dalle formiche, Raff si trova costretto a passare all'azione quando scopre che speculatori senza scrupoli minacciano la preziosa e da lui amatissima riserva naturale di Nokobee... Caso letterario e delicato romanzo di formazione, qui nella nuova traduzione di Isabella C. Blum che di Wilson è l'apprezzatissima voce italiana, Formicaio (2010) è «in parte storia d'avventura di ispirazione epica, in parte filosofia di vita, in parte un ricco affresco dell'Alabama nel Novecento, in parte un resoconto dettagliato della vita delle formiche, in parte un inno lirico alle meraviglie della Terra... sì, tutto questo». E a dirlo è Margaret Atwood!