Coltivava l'arte di ridere contro il fumo nero della dittatura.
Beveva birra in riva all'Eufrate, tè nei vicoli antichi di Bagdad.
Ricercato dai servizi segreti dopo aver mes-so in scena un testo teatrale politicamente trasgressivo, deve fuggire senza voltarsi indietro.
La speranza come unica strada, l'unica porta dei suoi pensieri.
Attraversando i torrenti del Kurdistan, rimpiange di non saper nuotare. Conosce la paura, quella vera, che di colpo dà un sapore al tempo.
Gli sguardi gelidi di certi svizzeri, il bunker per richiedenti asilo sono altre prove di resistenza.
Sono i sentieri lungo i fiumi, i boschi, le montagne a rimettere la sua vita in movimento.
Una nuova lingua è una nuova terra: parole nuove e antiche rifioriranno.